La “Pastorale carceraria e del mondo del penale” non va in vacanza perché le carceri, sempre più “chiuse” e isolate dal mondo, restano pur sempre “aperte”, non solo a quelle persone, identificate come “ristretti”, ma anche a altre, fra cui molte donne, che svolgono un servizio di prossimità, ascolto, annuncio, aiuto …
Le Sorelle, membri delle nostre Congregazioni religiose, attive nelle carceri, fanno “rete” tra loro e con altre donne, consacrate e laiche: una équipe di coordinamento, che fa riferimento all’Ambito pastorale, anima e accompagna le Sorelle che si rendono disponibili a collaborare come “referenti regionali” delle carceri d’Italia. Anche quest’anno si sono attivati cammini formativi e momenti di incontro-confronto, a livello nazionale e locale, allargando sempre più le maglie della “rete”.